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Chiodi di Garofano

I chiodi di garofano sono chiamati così solo perché la spezia assume un aspetto che ricorda il garofano. In realtà è il bocciolo essiccato della Eugenia caryophyllata, un albero sempreverde che appartiene alla famiglia delle Myrtaceae, diffusissimo in Oriente e arrivato in Occidente nel XVIII secolo, erano usati come ingrediente dei profumi e principio medicamentoso già nella Cina di 2200 anni fa. Arrivavano in Occidente tramite le vie carovaniere e già nel XVIII secolo a.C. ci sono tracce archeologiche in Siria di questa spezie. L'origine della pianta è indonesiana. Già gli antichi romani (i patrizi) usavano questa spezie per le sue proprietà antisettiche, quindi per calmare il dolore ai denti. Divenne una spezie rara ma conosciuta in Europa tramite la via dell'incenso, fin dal medioevo.

La composizione dei chiodi di garofano è caratterizzata della predominanza di un propenilfenolo, l'eugenolo. Esso rappresenta fino all'80% dell'olio essenziale ed è proprio questo componente a dare alla spezia i particolari aromi e fragranze che l'hanno resa protagonista non solo delle cucine ma anche di profumi e oli balsamici. L'eugenolo ha inoltre poteri antisettici e anestetici.Nei chiodi di garofano sono presenti anche discrete quantità di beta cariofillene, un antinfiammatorio naturale.

Si usano sia nel dolce sia nel salato. Tra i piatti più noti alcuni dolci di frutta, specie di mele, pandolci e panpepati, biscotti, creme e farciture, liquori e vini aromatizzati; nel Nord Italia è notissimo il vin brulé. Nel salato accompagnano marinate di selvaggina, arrosti, brodi (specie di pollo o gallina) e talvolta formaggi stagionati. Si sposano bene con alcune verdure dolci, come cipolle, cipolline, carote che spesso vengono riposte in conserva con l'accompagnamento di un paio di chiodi di garofano. Sono frequentemente usati per aromatizzare il o alcuni infusi.

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